Durante la formazione del compost si genera come sottoprodotto molto calore e ciò fece riflettere un contadino francese, Jean Pain, che nel 1970 realizzò il primo sistema di recupero del calore generato dal compostaggio per riscaldare l’abitazione, ottenere acqua calda e produrre biogas atto ad alimentare il forno, il piano cottura e l’automobile.
Ecco come funziona: si inizia con la costruzione di un cumulo di scarti agricoli e legna verde ben triturati e, sopra di esso, si dispone uno strato di tubi messi a spirale per aumentare la superficie di tubazione esposta al calore. Si ripetono i vari strati fino ad arrivare ad un’altezza di circa 3 metri. Al centro del cumulo per l’estensione in altezza è posto in un contenitore con un impasto di letame per la produzione del biogas.
Il compost è un terriccio, risultato della decomposizione e dell'umificazione di un misto di materie organiche da parte di micro e macrorganismi in presenza di ossigeno.
Il processo di compostaggio si compone essenzialmente in due fasi:
-bio-ossidazione: è la fase attiva caratterizzata da intensi processi di degradazione delle componenti organiche più facilmente degradabili;
-maturazione, durante la quale il prodotto si stabilizza: si tratta della fase caratterizzata da processi di trasformazione della sostanza organica in sostanze umiche.
La temperatura che sprigiona il composter raggiunge ovunque i 55-70°C, temperature più che sufficienti per essere utilizzate in cucina ed in bagno. Jean Pain riuscì a produrre acqua ad una temperatura di circa 58°C per 18 mesi utilizzando circa 120 tonnellate di materie organiche (con 50 tonnellate ottenne acqua calda a 60°C per sei mesi).